Per capire l’autonomia trentina è opportuno considerare 6 avvenimenti che interessarono la regione del Trentino-Alto Adige/SüdTirol a partire dal 1919.
Primo punto: l'annessione all'Italia
La fine della Prima Guerra Mondiale e il successivo trattato di Saint Germain del 1919: stabilì l’annessione al Regno d’Italia del Tirolo – fino ad allora di dominio dell’Impero austro-ungarico – comprendenti Cortina d’Ampezzo e le odierne Province Autonome di Bolzano e di Trento, l’ex contea di Gorizia e Gradisca, una piccola estremità della Carinzia (Tarvisiano), la città di Trieste e l’Istria.
La regione Trentino-Alto Adige/SüdTirol passò quindi dall’Impero austro-ungarico al Regno d’Italia.
L’annessione al Regno d’Italia fu accompagnata da una forte e condivisa richiesta di poter godere di quell’autogoverno che gli Asburgo avevano garantito all’allora Dieta tirolese. I governi italiani liberali di Nitti e Giolitti diedero rassicurazioni in merito, ma in seguito l’avvento del Fascismo invertì la marcia.
Secondo punto: l'avvento del Fascismo
Il Fascismo impose una politica centralistica: abolì gli Statuti di Trento e Rovereto, unificò molti comuni (da 366 divennero 127), istituì la Provincia di Bolzano e modificò i confini, attribuendo territori alle Province di Belluno, Brescia e Vicenza. Al Trentino vennero assegnati alcuni comuni con prevalenza di popolazione di lingua tedesca.
Terzo punto: il processo di italianizzazione delle minoranze linguistiche
Il Fascismo diede il via a un’immigrazione forzata di madrelingua italiana verso i distretti dell’Alto Adige/SüdTirol, favorita dallo sviluppo industriale di Bolzano e attivò un processo di italianizzazione di quelle zone: la lingua tedesca venne abolita e il suo uso dichiarato fuori legge; le scuole tedesche furono chiuse; i cognomi e la toponomastica vennero tradotti in italiano.
Quarto punto: le Opzioni e la seconda guerra mondiale
Nel 1939, Hitler e Mussolini strinsero un accordo che prevedeva le cosiddette “Opzioni”: la popolazione del Sudtirolo e del Trentino fu chiamata a scegliere tra la cittadinanza tedesca, e in questo caso trasferirsi in Germania, o la cittadinanza italiana.
Lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale e le inquietanti notizie sulla difficile condizione degli sfollati in Germania frenarono però l’esodo. Una consistente quota di popolazione benché avesse “optato” per la cittadinanza tedesca rimase in Alto Adige/SüdTirol e quindi nel Regno d’Italia.
Quinto punto: la fine della guerra e il problema dei confini
Alla fine del Secondo Conflitto Mondiale si impose il problema della definizione del confine italiano del Brennero. La tematica divenne di rilevanza internazionale poiché la causa dei sudtirolesi (Südtiroler Frage = “questione altoatesina”) aveva trovato larghi consensi in molti Paesi, grazie alla sollecitudine del mondo germanico verso i propri “figli” o “fratelli” separati.
L’Austria era fortemente interessata a ridiscutere il confine del Brennero. Alla fine della prima guerra mondiale, infatti, il Tirolo a sud del Brennero era stato assegnato all’Italia e il confine tra Italia e Austria venne portato al Brennero, lungo il crinale alpino. Il Sudtirolo (o Alto Adige), abitato in larghissima parte da una popolazione di lingua tedesca, passò sotto la sovranità dello Stato italiano.
Sesto punto: l'accordo De Gasperi - Gruber e l'approvazione del primo Statuto di Autonomia
L’accordo De Gasperi-Gruber, conosciuto anche come “Patto di Parigi” (Parigi 5 settembre 1946) rappresenta la base formale su cui poggia la storia recente dell’Autonomia trentina e sudtirolese. In esso viene indicata una serie di misure speciali per garantire ai sudtirolesi il mantenimento della loro identità etnica: le scuole in lingua tedesca, la parificazione della lingua tedesca a quella italiana, l’uguaglianza di diritti per l’ammissione ai pubblici uffici.
È un accordo unico in Europa perché la minoranza di lingua tedesca del Trentino Alto Adige è la sola ad essere tutelata da un accordo bilaterale tra due Stati, con il rango di allegato al Trattato di pace.
Il 31 gennaio 1948 avviene l’approvazione dello Statuto di autonomia per il Trentino-Alto Adige/SüdTirol da parte del Parlamento italiano.
Lo Statuto prevedeva l’autogoverno della realtà regionale, cioè la titolarità di una popolazione di autogovernarsi, e la tutela della minoranza tedesca. La Regione Trentino Alto Adige infatti aveva un’assemblea in cui la maggioranza era di lingua italiana. E secondo l’articolo 14 di tale Statuto, le competenze legislative della Regione dovevano essere delegate in via amministrativa alle Province.
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