L’opportunità di un contatto vivo, in un ambiente ideale, con il libro

 

Gli anni Settanta vedono la nascita di una delle risorse culturali più importanti del nostro territorio: il Sistema bibliotecario trentino. Oggi un apparato organizzativo consolidato e costituito da una fitta rete di biblioteche, esso è il frutto di un percorso evolutivo iniziato negli anni Sessanta, grazie all’iniziativa ed alla lungimiranza dell’allora Assessore provinciale alle attività culturali Guido Lorenzi (1968-1983), che culmina nella Legge provinciale n. 17 del 26 agosto 1977, detta appunto “Legge Lorenzi”.

 

La biblioteca viene ridefinita da questa legge nella sua funzione e nel suo stesso concetto: non più solo un semplice archivio del Patrimonio librario, ma un centro di diffusione attiva della cultura e punto di aggregazione, dove incontrarsi, conoscersi e dedicarsi al proprio arricchimento culturale ed umano. Un ambiente tutto da vivere, insomma.

 

La storia del Sistema bibliotecario trentino

Intervista a Guido Lorenzi, Assessore provinciale alle attività culturali dal 1968 al 1983, a cura di Ufficio Stampa Pat

«Il primo momento bibliotecario della provincia è quello offertoci dalle parrocchie. Le parrocchie, per tutto l’Ottocento e il Novecento, quel tanto che siamo arrivati, avevano le biblioteche in canonica. Non una biblioteca di pubblica lettura, in modo tale che i lettori potessero andar lì e trovare la stanza calda ed il bibliotecario. Ma erano punti di raccolta; punti di esame, ecco; punti di sostegno del libro, il quale veniva offerto a qualcuno che veniva e poi in fretta se ne andava via. […]

Io ricordo i primi centri di lettura del paese. Ero allora a Ospedaletto, in Valsugana. Sistemati in una stalla: questi erano i primi centri di lettura. Perché le stalle? Ma perché i contadini potevano leggere un libro o dedicarsi alla cultura, diciamo così, soltanto in inverno, perché non lavoravano nella campagna. Stavano in casa, oppure in stalla. Nella stalla che era il luogo più tiepido, più tranquillo, più sereno di tutta la casa. E allora, ecco la biblioteca; ma che tipo di biblioteca? Ma niente: c’era un “cantore”; un “cantore di libri”. Un cantore che leggeva e aveva letto dei libri; era in grado di leggere e lo raccontava alla gente. Noi in stalla ci si accomodava sul fieno, in qualche modo, molto romantico, molto bello anche, e lì si ascoltava questo lettore.

Questo, che noi chiamiamo bibliotecario, era una persona viva, che narrava le storie

 

Nel 1964 e nel 1965 la Provincia conduce due indagini per ricostruire il panorama bibliotecario trentino. La ricerca restituisce un quadro sostanzialmente negativo, sia sotto l’aspetto del Patrimonio archivistico delle biblioteche trentine che di quello dei servizi offerti agli utenti. Viene rilevata l’esistenza di 450 biblioteche che offrono un servizio pubblico (7 civiche, 24 popolari, 67 centri di lettura, 167 scolastiche, 173 parrocchiali, 12 di vario tipo), ma le sedi e gli arredi risultano inadeguati, i libri obsoleti e la loro disponibilità scarsa; le risorse finanziarie sono insufficienti per l’aggiornamento del materiale o il suo rinnovo ed il servizio della biblioteca è limitato al prestito a domicilio e ad una sola apertura settimanale.

 

La Provincia interviene così con l’elaborazione del Programma per l’istituzione del sistema bibliotecario provinciale, che si concretizza attraverso il Piano urbanistico provinciale ed il Piano economico provinciale per il triennio 1968-1970 e nelle deliberazioni della Giunta provinciale n. 1936 del 10 maggio 1968 e n. 2424 del 7 giugno 1968.

 

Sistema bibliotecario

Archivi cartacei, negli anni ’70, non digitali – © Ufficio stampa Pat

 

Viene così istituito il Centro biblioteconomico provinciale, un soggetto gestito direttamente dalla Provincia con la finalità di supportare le biblioteche in alcuni servizi: la catalogazione dei libri, la loro preparazione e la loro distribuzione; l’organizzazione di attività culturali; la formazione dei bibliotecari; la direzione tecnica ed amministrativa. Nasce così il primo organo direttivo centrale delle biblioteche, quello che sarebbe poi diventato l’attuale Ufficio competente del Sistema bibliotecario trentino.

 

Tra il 1968 ed il 1973 il sistema si arricchisce di risorse e funzioni: vengono istituite ed allestite 50 biblioteche; realizzati i primi corsi formativi per bibliotecari; vengono messi in campo due bibliobus per fornire servizi e circolare nelle periferie; viene attuata una incisiva campagna di promozione della lettura rivolta in particolare ai ragazzi delle scuole elementari e medie.

 

«Un po’ alla volta, la biblioteca cresceva, dal di dentro, con presenze nuove di giovani, soprattutto; con presenze nuove di interessati. Ma nuovi anche del tutto, da un altro punto di vista: i villeggianti. Ecco allora che le biblioteche si inserivano nel tessuto vivo di tutta la provincia, non soltanto degli splendidi gruppi delle stalle, ma si aprivano un po’ al mondo» [Intervista a Guido Lorenzi, Assessore provinciale alle attività culturali dal 1968 al 1983, a cura di Ufficio Stampa Pat]

 

Sistema bibliotecario

Un mondo aperto anche per i più piccoli – © Ufficio stampa Pat

 

 

1977: la Legge Lorenzi

Con la Legge provinciale n. 17 del 26 agosto 1977 viene istituito il “Sistema provinciale di biblioteche”che va di fatto a rimpiazzare il Centro biblioteconomico, allargandone gli orizzonti. Il sistema si costituisce così come una rete di biblioteche presenti sul territorio provinciale che concorrono all’educazione permanente dei cittadini”.

 

La Legge sancisce per la prima volta i principi fondamentali del sistema provinciale delle biblioteche:

  1. la collaborazione all’interno del sistema (prestito reciproco fra biblioteche, scambio di informazioni, eccetera), ma anche all’esterno con enti ed istituzioni (attività con le scuole, iniziative culturali, attività di promozione della lettura, eccetera)
  2. la gratuità dei servizi erogati all’utenza
  3. la continuità del servizio con un minimo di 25 ore di apertura alla settimana
  4. la diffusione delle conoscenze relative alla storia, alle tradizioni ed alla realtà socioeconomica del Trentino
  5. la raccolta, l’aggiornamento, la conservazione e la fruizione del Patrimonio documentale (di consultazione e di prestito)
  6. la presenza di personale tecnico qualificato e costantemente aggiornato
  7. l’idoneità e l’adeguatezza degli spazi e degli arredi
  8. il coinvolgimento della Provincia, in termini di coordinamento del sistema, formazione del personale, gestione del Catalogo provinciale trentino, promozione della lettura

 

Stabilite le basi del Sistema bibliotecario trentino, la Provincia interviene per favorirne lo sviluppo, con la concessione agli enti gestori di biblioteche di contributi per la costruzione e la ristrutturazione delle sedi delle biblioteche e dell’arredamento ed attrezzatura dei loro ambienti.

 

Sistema bibliotecario

Un luogo di studio, incontro e arricchimento personale – © Ufficio stampa Pat

 

Tappa fondamentale degli anni Ottanta, che completerà nella sua struttura fondamentale il sistema, sarà l’istituzione del Catalogo bibliografico trentino, con il quale viene catalogato ed inventariato tutto il Patrimonio bibliografico delle biblioteche del Trentino.

 

«Vedo crescere queste biblioteche di pubblica lettura, vedo crescere i punti di prestito. […] Nelle biblioteche si parlava, intanto, delle emigrazioni alle quali era sottoposto quel paese. Una volta queste cose si sussurravano per strada o all’osteria, da qualche parte, ma se ne parlava poco. Allora si cominciò a pensare a queste cose, a parlarne, a leggere dei libri, a guardare le carte geografiche a discutere con il bibliotecario; ad aprire dei canali nuovi di studio, di perfezionamento, di…chiamiamolo come vogliamo. Invece di stare in casa, chiusi, anche l’inverno, i contadini venivano in biblioteca. La biblioteca è viva; la biblioteca parla; la biblioteca offre, allarga le porte, invita. […] C’è un mondo che, come posso dire, si rivela, nuovo.

La biblioteca l’abbiamo fatta insieme. Non mi piace sentire dire “l’Assessore Lorenzi ha fatto le biblioteche”. L’assessore Lorenzi ha detto qualcosa di suo, ma questo qualcosa di suo è andato nelle orecchie dei suoi collaboratori e i suoi collaboratori hanno parlato ancora. […] Abbiamo creato, e di questo sono molto orgoglioso, un assessorato pieno di vita; pieno di gente che veniva. […] I miei funzionari erano in testa, non era l’assessore che faceva le cose. Erano loro. Con loro mi trovavo bene, ecco. Mi trovavo bene perché erano disponibili, pronti; erano entusiasti [Intervista a Guido Lorenzi, Assessore provinciale alle attività culturali dal 1968 al 1983, a cura di Ufficio Stampa Pat]

 

Credit materiale: Ufficio stampa Pat –  AA. VV., Biblioteche nel Trentino, Manfrini, Calliano (TN) 1973.

 

 

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