Negli anni ’60 la scuola rimane ancora legata alla disciplina e alla severità per quanto riguarda l’educazione dei bambini e ragazzi.
Non ci sono grandi innovazioni per quanto riguarda le strutture educative: il kit dello studente rimane povero se paragonato a quello odierno, tuttavia le famiglie trentine, grazie a maggiori risorse economiche riescono a mandare i bambini a scuola con meno pensieri.
Nel 1962 viene istituita la scuola media unica, consentendo a molti più giovani un’istruzione più completa a prescindere dall’estrazione sociale, e garantendo quindi una miglior educazione per gli otto anni obbligatori.
Con la fine del decennio infine, si vedono le prime aperture culturali: la generazione sessantottina inizia a farsi sentire anche durante le scuole superiori, le quali diventano l’anticamera di un’educazione di stampo più moderno.
La scuola elementare
Curiosità…
- La scuola iniziava il 1° ottobre. Fino all’approvazione della legge n.517 del 4 agosto 1977, l’inizio delle scuole, in tutta Italia, era fissato per il 1° ottobre.
- I bambini che entravano in prima elementare erano detti “Remigini”, poiché il 1° ottobre, primo giorno di scuola, si festeggiava san Remigio. Talvolta, per l’occasione, i nuovi alunni ricevevano dei piccoli doni.
- Dopo tre giorni di scuola, i bambini godevano già di un giorno di vacanza: il 4 ottobre si festeggiava San Francesco, patrono d’Italia, e le scuole rimanevano chiuse.
- Lezioni di Calligrafia: fino agli anni ’70 scuole i bambini venivano educati secondo il precetto della “bella scrittura”, con pennino e inchiostro, per sviluppare eleganza, disciplina e pazienza.
«Trento 17 novembre – L’interno della mia scuola.
Appena si entra dal portone ci si trova al pian terreno. Andando un po’ avanti vi è un lungo corridoio. A destra vi sono le aule e i gabinetti per i maschi. Sempre sullo steso corridoio vi è anche l’abitazione del bidello. C’è anche una ampia palestra con tutto l’occorrente e perfino lo spogliatoio. Poi vi è il museo [N.d.R. Il museo di scienze naturali di Trento aveva come prima sede le scuole Crispi]; una grande stanza dove ci sono di tutte le specie di animali ma però sono tutti imbalsamati. Due porte conducevano ai cortili.
Salendo due scale si arriva al primo piano. A destra c’è la segreteria e la direzione; mentre, a sinistra, vi è la stanza del direttore e l’Aula Magna. In fondo al corridoio vi è l’ambulatorio scolastico. Imboccando un altro corridoio ci si ritrova davanti una lunga fila di prime e seconde classi miste. Ci sono dei quadri che rappresentano la città di Roma. Sul davanzale delle finestre vi sono dei fiori. Saliamo altre due scale e ci troviamo al secondo piano. Il secondo piano è quasi uguale al nostro. Di differenza c’è solo questa: mentre nel primo ci sono le classi miste, nel secondo ci sono le classi femminili.» [Dal quaderno di Claudio B., III elementare, scuole Crispi di Trento, “Osservo Rifletto Scrivo”, a.a. 1965-66]
Clicca QUI per sfogliare un quaderno della III elementare del (1965-66) e leggi i temi scolastici con le descrizioni delle scuole “Crispi” di Trento
Guarda le copertine dei quaderni con le regioni italiane degli anni ’60!
La scuola media e superiore
«Era una scuola più selettiva, era anche il rapporto fra famiglia e scuola ad essere diverso: la famiglia non dava mai ragione al figlio, adesso invece è spesso il contrario, i professori sono messi sotto accusa.
C’erano anche allora scuole buone e meno buone, professori bravi e meno bravi. L’anno in cui ho fatto la maturità, a giugno, al liceo Prati, siamo stati promossi in undici su quarantaquattro, che è un bel taglio… forse troppo. Prendere sei, per non dire sette, era un successo e avere l’estate libera da studi, il massimo.
Era molto forte il rapporto fra compagni e ci si aiutava. La compagnia ha anche questo lato positivo, si impara dal compagno oltre che dal professore. E a scuola non si può mentire sul proprio carattere.» [Intervista a Franco De Battaglia, nato nel 1944]
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